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Ecobonus 110%

14 Luglio 2020
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Per far fronte alla crisi provocata dal lockdown dovuto al Coronavirus, il Governo ha previsto, e sta vagliando, una serie di provvedimenti mirati al rilancio ed alla semplificazione di alcuni settori. Uno di questi interventi, che ha ottenuto grande consenso è il decreto Rilancio, che consente di effettuare lavori di efficientamento energetico in detrazione fiscale al 110%.

È importante sottolineare che il DL Rilancio contenente le direttive per l’Ecobonus è in approvazione definitiva in Senato. Ciò significa che, se non subirà modifiche al testo, esso diventerà legge a breve. Tuttavia, mancano ancora all’appello il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, che regolamenterà i procedimenti per lo sconto in fattura e la cessione del credito, ed il decreto attuativo del MEF, contenente le norme di attuazione. Entrambi saranno emanati nei 30 giorni successivi dall’entrata in vigore del DL Rilancio.

Appare chiaro, dunque, che dovremo attendere gli inizi di settembre per poter usufruire di questo bonus. Possiamo tuttavia fare un po’ di chiarezza ed approfondire meglio i requisiti minimi e gli interventi ammessi.

Interventi ammessi e limiti di spesa

L’Ecobonus 110% avrà validità dal 1 luglio 2020 fino a Dicembre 2021.

 Il vincolo principale, noto già dalle prime bozze del decreto, riguarda il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio. La certificazione dei lavori dovrà avvenire attraverso una serie di analisi e valutazioni tecniche sull’edificio, redatte da un tecnico abilitato. La stesura dell’Ape, ovvero dell’Attestato di Prestazione Energetica, sarà dunque solo un punto di partenza.

Gli interventi principali, definiti “trainanti o master”, detraibili attraverso l’Ecobonus sono:

  1. Isolamento termico attraverso un cappotto termico, il quale dovrà interessare almeno il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, o dell’unità immobiliare autonoma situata in edifici plurifamiliari. In questo caso, sarà necessario che i materiali utilizzati rispettino i criteri ambientali minimi contenuti nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 6 novembre 2017.

I limiti di spesa per il cappotto termico sono:

50.000 € per edifici unifamiliari o unità immobiliari autonome;

- 40.000 € che vanno a moltiplicarsi per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per immobili composti da due a otto unità immobiliari;

- 30.000 € che vanno a moltiplicarsi per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per immobili composti da più di otto unità immobiliari.

2. Interventi su parti comuni degli edifici che riguardano la sostituzione degli impianti di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria con impianti centralizzati, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore, compresi impianti ibridi o geotermici, i quali possono essere abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici.

 

I limiti di spesa per questa linea di intervento sono:

 

 - 20.000 € che vanno a moltiplicarsi per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per immobili composti da due a otto unità immobiliari;

 - 15.000 € che vanno a moltiplicarsi per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per immobili composti da più di otto unità immobiliari.

 

Fotovoltaico: sì o no?

Sarà dunque possibile integrare l’installazione di un impianto fotovoltaico ad uno degli interventi “master”?

La risposta è sì!

Il decreto prevede una serie di interventi secondari, che possono essere abbinati al cappotto termico o alla sostituzione della caldaia per raggiungere il salto di due classi energetiche. Tra questi rientrano, appunto, l’installazione di pannelli fotovoltaici, batterie di accumulo e colonnine per la carica di macchine elettriche. Il tetto massimo di spesa per questo tipo di interventi è di 30.000 €.

 

Novità per seconde case e demolizione/ricostruzione

 Il nuovo testo ha introdotto anche la possibilità di intervento sulle seconde case, ma restano esclusi dagli incentivi gli interventi su alcune categorie di immobili, quali ville signorili, abitazioni in ville, castelli, palazzi di pregio. Altra innovazione al testo è quella che introduce la possibilità di interventi riguardanti demolizione e ricostruzione di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, ovvero “gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente”, ma anche interventi di demolizione e fedele ricostruzione del fabbricato. Questo con l’obiettivo di ottenere edifici più sicuri dal punto di vista sismico e più efficienti dal punto di vista energetico.

 

Come usufruire dell’Ecobonus 110%

Il DL rilancio apre tre campi di possibilità, riferiti a diverse tipologie di utenze:

1. DETRAZIONE FISCALE AL 110%, per i privati con capienza IRPEF e possibilità di sfruttare la detrazione maturata.

Questa possibilità è la più facile da gestire sia per le aziende, che non dovranno occuparsi di niente altro se non del proprio lavoro, che per i privati, che ne trarranno guadagno. Per fare un esempio, consideriamo un lavoro di efficientamento dell’ammontare di 40.000 €. In 5 anni, il privato beneficerà di una detrazione IRPEF di 44.000 €, ripartita in quote da 8.800 €/anno. Con questa opzione, il cliente può richiedere un finanziamento alla propria banca o ad un istituto di credito.

 

2. CESSIONE DEL CREDITO D’IMPOSTA ALLA BANCA, per privati che non hanno capienza IRPEF.

Attraverso questa opzione, sarà possibile effettuare un accordo con la propria banca, o con un eventuale istituto di credito, e cedere a loro il credito d’imposta del 110%; vale a dire che sarà l’istituto scelto a farsi carico del pagamento dei lavori. Tuttavia bisognerà attendere i decreti attuativi dell’Agenzia delle entrate per poter stabilire le modalità di cessione del credito.

 

3. SCONTO IN FATTURA, per i privati che mirano ad ottenere un lavoro a costo zero attraverso la cessione del credito direttamente all’impresa.

Attraverso questa opzione, il privato cede il credito d’imposta direttamente all’impresa che dovrà effettuare i lavori. Questa alternativa, seppur all’apparenza allettante per i privati, potrebbe risultare, tuttavia, sconveniente per entrambe le parti. La maggior parte delle aziende, infatti, non potrà farsi carico dei crediti di imposta di tutti i privati. L’impresa dovrà quindi cedere ulteriormente il credito ad una banca – o istituto di credito – rischiando addirittura di dover richiedere un anticipo al cliente stesso.

Anche per definire i modi e tempi di questa opzione, però, si dovrà aspettare la pubblicazione dei decreti attuativi.

 

Per concludere, questo Superbonus è certamente una grande possibilità sia per le aziende che per i privati. Bisognerà tuttavia essere lungimiranti ed affidarsi ad aziende serie e responsabili; bisognerà inoltre considerare il fatto che soltanto un calcolo ben effettuato potrà garantire il corretto dimensionamento degli interventi, e, di conseguenza, un effettivo efficientamento energetico con guadagno in bolletta.

 Innova ha un’esperienza pluriennale nella progettazione, installazione e gestione con servizi O&M di impianti fotovoltaici, e negli ultimi anni, ha integrato una divisione specializzata che progetta e realizza case prefabbricate in legno di altissime performance. Da sempre sinonimo di qualità e professionalità, l’azienda si sta preparando per fornire ai clienti un servizio ben strutturato, che consenta di ottenere un risparmio certo nel corso degli anni.